Attenzione, l'eccesso di obliquità può portare all'orizzontalità.

Procedere con morigeratezza.


giovedì 22 luglio 2010

Ah, sì...

...una novita fresca fresca, mentolata, cellll'ho: oggi per pranzo pasta pomodoro e menta, chè mi sono appena ustionata il labbro inferiore per soffiare dentro alla pennetta, ed essa maledetta mi ha riversato l'acqua di cottura sul labbro, così, per lenire il dolore (ed evitare che il labbro diventi acquoso e inguardabile), c'ho schiaffato sopra una quantità notevole di dentifricio. Così, ecco la nuova ricetta. E "Aaaaaaahmm, apri la boccuccia" me lo dico da sola.

Siaoooooooo (senti com'è mentolata la "o", senti?)

Cara ursa, ti mando segnali di fumo...

...,che visto il caldo e lo stato del mio cervello mi sembrano più appropriati, per dirti: "ehilà, come va, come procede, cosa procede, come procede il cosa procede? qui tutto come prima, passo e chiudo, attendendo qualche settimana per lo spasso e chiudo, o spasso e aperto, chè chiuso, appunto, fa caldo.

Bacini!
Ivy

giovedì 15 luglio 2010

Uhm... Mumble mumble...

Cara Ivy,
Angelo dice che due cuccioli di cane e due di gatto sono troppi tutti insieme. Non ci avevo pensato. Mi ero pensata come una succursale del canile. Uhm. Vediamo come va.
Baci.
Ursa

venerdì 9 luglio 2010

Ah!

Cara Ursa,
sono le cinque del pomeriggio e ho terminato la mia razione di studio per oggi. Potrei portarmi avanti, ma sai che ti dico? Prrrrrrrrrrrrr prrrrrrrr prrrrrrrrrrrrr (non a te, alla razione di domani). Ooooooooooooooooooo. Ora alzo le chiappe da qui e mi faccio pure un mega caffè per festeggiare! Lo so, lo so che dovrei raccontarti qualcosa, ma non ho materiale affabulabile fabuloso. Cioè sì, in realtà sì, ma non è cronaca, è più la pagina delle recensioni. Io e Sandro ci stiamo scialando (nel linguaggio autoctono, "divertendo")a vedere "Breaking Bad", una serie tv fatta troppo bene. Non so se sia il vostro genere (hai presente "Weeds"? quel tipo lì, ma un pò più "gloomy")o se ne abbiate voglia al momento. In caso doveste decidervi, sapete con chi prendervela se non dovesse piacervi. Comunque è come se ci fosse qualcos'altro che ti devo raccontare, ma proprio non riesco a focalizzarlo. Bbbbboooooooo. In caso, ripasso. Visto che oggi posso. Muahuahuahuahauhauahau. Aaaaaaaaaaaaaa

Bacini bacini
Ivy

venerdì 2 luglio 2010

Estate

Carissima Ivy,
ti penso sepolta nei libri, e con questo caldo dev'essere piuttosto scomodo.
Soffoco, mi gratto, starnutisco, sudo, non dormo, c'è troppa luce. E' estate. E' la stagione meno simpatica per me. Proviamo un po' a vederne i lati positivi.
Alle farfalle piace molto. Le farfalle sono belle. Traggo piacere dalla bellezza delle farfalle. E una è fatta.
Piace molto anche alle lucciole che decorano la notte. E due.
Si osservano le dinamiche della natura.
Ieri io e Angelo ci siamo messi sulle sdraio, dopo cena, a goderci il fresco e l'imbrunire, consapevoli che sarebbe durata poco a meno di cibare tutte le zanzare del creato. Con la filosofia del goderci le piccole cose, ci siamo messi ad osservare con ammirazione il volo del pipistrello. Era frenetico, chiaramente ora di colazione per lui (o lei, boh). Tra l'altro poi è arrivato anche Toby, e Angelo gli ha detto: "Lascia stare il pipistrello, eh!". E il gatto cieco ha risposto: "Quale pipistrello?". Comunque, notavamo che con ogni involuzione l'interessante mammifero volante si avvicinava a noi. Osservando con occhio scientifico, abbiamo notato che la sua vicinanza a noi umani era direttamente proporzionale al numero di morsi d'insetto che subivamo. Eravamo la sua esca. Noi col nostro sangue bello fresco e liquido attiravamo le zanzare, e lui se le magnava. Benché fieri di questa collaborazione tra specie, abbiamo altresì notato che malgrado l'arrivo del secondo pipistrello, noi venivamo massacrati da un esercito di minuscoli vampiri. "Amore, la natura è tanto bella, ma rientriamo in casa, eh?".
Per ora non mi vengono altri lati positivi, magari ripasso.
Baci
Ursa

lunedì 28 giugno 2010

Pensiero profondo

Cara Ivy,
A volte mi sembra che la verità se ne stia in un angolo della testa, incapace di esprimersi sopra il baccano della suo riflesso distorto.
Ecco, me lo son ricordato, il pensiero profondo del dormiveglia di stamattina. Era un pensiero sul pensiero. Un meta-pensiero. Un po' autoreferenziale da parte sua, trovo. Se non hai capito un acca, cercherò di spiegartelo. Ma perché sprecare parole, se potresti aver già capito?
Baci
Ursa

PS: tra un po' se non ti sfoghi su qualcosa mi sembrerò egocentrica e mi stimerò meno.

sabato 26 giugno 2010

Ursità parte II: reazioni fisiche

Cara Ivy,
Continua l’osservazione, anche se questa è tutt’altro che una novità.
Non credo di aver mai cercato di descrivere la reazione fisica se non in modo vago.
Rievocandola, succede questo. Sento tutta la mia pelle come se fosse un solo organo. Infatti lo è, ma non è che tutti i momenti stiamo lì a pensare ai nostri organi. “Ueilà, ciao fegato, tutto ok oggi? E allora questo brufolo chi me lo manda?”. E insomma sento tutta la mia pelle, dalla testa ai piedi, come pervasa da uno stridore. La pancia emette scossette elettriche che si irradiano per tutto il corpo fino alla pelle. Come se d’improvviso sentissi il collegamento di tutto il mio corpo. E’ diversa dalla sensazione di adrenalina, “fight or flight”, che (nel mio caso) la sento prima nei denti. E’ come se mi trovassi all’interno di una bolla elettrica a bassissimo voltaggio. Non c’è aggressività in questo, né tristezza, solo fisicità e la necessità di essere sola almeno per qualche minuto.
La cosa dura forse un minuto o due, tempo nel quale devo stare ferma e aspettare che passi, dato che di piacevole ha ben poco, anzi niente, anzi perché ho detto “piacevole”? Che c’è, gioco con l’italiano? Tutto questo accade in situazioni sociali, e da tempi antichissimi. Ricordo una mattina che, piccolina, mi stavo mettendo il cappottino per andare a scuola. All’improvviso mi sentii in quel modo, e rimasi bloccata con un braccio nel cappotto e uno fuori ad aspettare che passasse, senza mai parlarne con nessuno.
Il fattore scatenante potrebbe essere qualsiasi cosa. Una situazione in cui mi sento aliena, o una frase detta da qualcuno, nella maggior parte dei casi un luogo comune o una falsità. Ma potrebbe anche essere una situazione che me ne ricorda una troppo familiare, infatti quando vivevo in famiglia (e in seguito quando andavo in visita) mi succedeva continuamente.
E insomma è imprevedibile.
Ma questo non è motivo di ursità, forse è una conseguenza o un sintomo.
Se vogliamo entrare nel metafisico, sono sempre stata un po’ empatica, può anche darsi che io capti qualcosa di forte che non riesco a decifrare. A volte nei luoghi affollati mi sembra di essere inondata di sensazioni non mie, divento introversa e ho voglia di scappare.
Chissà se ci sono altri con la stessa esperienza.
Ho letto in un blog che pare il festival delle banalità che “l’uomo è un animale sociale”, e il tipo che l’ha scritto non si fidava degli eremiti. L’uomo sarà pure un animale sociale, allora o io non sono umana, o bisognerà pure permettere la diversità nella specie.
Per ora non mi viene altro, magari ripasso più tardi.
Baci.
Ursa

PS: Sei molto immersa nello studio? Ogni tanto prendi aria, però.

mercoledì 23 giugno 2010

Fantascientifici fondamentalisti

C'è una cosa che mi sta "qua" sull'ambiente della fantascienza.
Presumibilmente, chi ha la passione per questo genere è affascinato dalla ricerca di altri mondi, di realtà alternative, dalla possibilità di un "oltre" di cui non siamo consapevoli.
Eppure vedo continuamente, sul forum che sai, un atteggiamento veramente arido e fondamentalista nei confronti della fantasia applicata alla vita reale. Eppure dovrebbero saperlo che chi fa le vere scoperte sono le persone fantasiose. Guai a parlare di ufo, guai a parlare di qualsiasi cosa non sia scientificamente provato, non parliamo poi di come viene derisa qualsiasi teoria che considerano "complottistica" o alternativa. E pare essere complottistica qualsiasi cosa provenga da una fonte che loro non considerano ufficiale.
Ogni volta ci rimango un po' così.
E' un atteggiamento rigido e conformista che mi posso aspettare da un fondamentalista religioso. Mi chiedo come avrebbero reagito queste persone di fronte alla scoperta della sfericità della terra. Sarebbero stati lì a gridare al complotto e a deridere, chessò, Galileo? Secondo me gli avrebbero dato dell'invasato tutti in coro.
E' la religione della scienza. E io non sono religiosa.
Per me l'esperienza personale è valida quanto quella che loro chiamano scientifica. Io penso che gli scienziati stessi non escludano l'impossibile, altrimenti che cavolo la fanno a fare la ricerca? Potrebbero fare l'università, e poi dire "bene, questo esiste, quell'altro no, abbiamo fatto, arrivederci". Ma "noi" stiamo qui ad aspettare che lo scoprano loro, l'impossibile, e finché non lo fanno non esiste. Ma un'esperienza personale interiore ce l'avranno questi, diciamo, razionalisti-fondamentalisti? Ripeto: scienza come religione.
Poniamo che vedo un fantasma (cosa che non è mai accaduta che io sappia, ma poniamo). Quello mi viene lì, tutto trasparente, si presenta e mi fa: "Salve, io sono un fantasma, o spettro se preferisci, e mi chiedevo se ti potevo fare buh e spaventarti, che mi mancano solo tre punti a vincere la gara dello spavento ultraterreno". A quel punto me ne fregherà ben poco che la scienza dica che i fantasmi non esistono.
Non so se mi spiego.
E insomma, un po' d'apertura, accidenti. Molti scienziati ce l'hanno, è il popolo intellettuale-amatoriale che non ce l'ha, secondo me. Oppure si credono intellettuali ma sono solo dei nozionisti, accumulatori di informazioni che non sanno collegare dati.
Meno male che non abbiamo troppi utenti, sennò mi mettevano al rogo.
Baci
Ursa

Ursità parte I

Cara Ivy,
Sa sa sa anche a te, che ho capito significa buonanotte. Facciamo che "su su su" significa buongiorno?
In questo periodo sto riflettendo tantissimo sulla mia ursità. Forse perché è un periodo positivo e quindi sono abbastanza serena per guardarla dall’esterno. Attente osservazioni mi portano alle seguenti conclusioni.
Posso essere animale sociale in due circostanze (ma vedrai che man mano mi verranno in mente delle eccezioni).
Nella prima circostanza sono mamma ursa. Ti senti male? Hai fame? Bisogno di qualcosa? No fear, Ursa is here! Questo si allarga agli inviti a pranzo o cena, dove entrano in casa orde di umani affamati e io dispenso nutrimento e all’occasione ospitalità per la notte. Durante e dopo il pranzo, spengo il cervello e lascio che gli altri bipedi parlino tra loro, ascoltando qua e là ma partecipando ai minimi termini. Se volano pettegolezzi, spengo anche le orecchie. Ieri ero su un treno (mi trovo attualmente a casa dei miei), era stracolmo, e ho fatto il viaggio sui sediletti estraibili nei corridoi dell’Intercity. Ne ho cambiati tre. La prima volta mi son seduta davanti a uno scompartimento dove due tipe chiacchieravano. Anzi, ne chiacchierava una con un tono di voce che sembrava temere che non la sentissero nella carrozza accanto, l’altra faceva perlopiù mugugni di diversi gradi di serietà. Parlavano di qualcosa di gravissimo, una tragedia in cui mi immaginavo incurabili malattie rare, forse terremoti, traumi inenarrabili, l’incombenza di Armageddon. Quando finalmente ho carpito dalla conversazione che si parlava della separazione della figlia di nonsochi, ho chiuso tutte le valvole di empatia, ho aperto quelle del “vaffanculo” e ho cambiato sedile. C’era a circa cinque metri un tipo a cui puzzavano le ascelle talmente tanto che ancora mi sento gli aghi nelle narici, mentre nello scompartimento accanto altri bipedi si indignavano per cazzate. Al terzo sedile mi è andata bene. Una coppietta con un cucciolo di umano appena nato era intentissima a stare zitta per non svegliarlo. Perfetto. Ho provato un profondo affetto per tutti i viaggiatori che tenevano la bocca chiusa, e ho proceduto col giochino che sono una schiappa a fare, ma che mi rilassa, e sono tornata nel mondo dei miei pensieri. Che non saranno grandi pensieri, ma almeno non fanno tutto quel baccano.
Sono andata un paio di volte in un Ashram di meditazione, dove una delle regole era che durante il pranzo non si parla, per non alterare il tipo di energia stabilitasi durante la mattinata di esercizi spirituali. Meraviglioso. C’erano dei gruppetti che poi non parlavano neanche durante gli altri pasti perché facevano un altro tipo di corso, e avevano addosso una spilletta con su scritto “voto di silenzio”. La voglio anch’io, una spilletta così, con sotto scritto tra parentesi “al massimo vi passo il sale”.
L’altro giorno mi sono ritrovata a fare due chiacchiere. Giuro non sapevo cosa dire, cercavo disperatamente nel mio archivio di banalità qualcosa da contribuire alla conversazione, ma l’unica cosa che trovavo era “Oddio non so cosa dire”.
Comunque elencavo due circostanze di non-ursità.
Però adesso non mi va, anche se ho appena capito che sono tre e non due. Ho iniziato a scrivere giorni fa, e sono rientrata in riflessione introversa. E poi c’è il bucato da fare, che sono arrivata alle mutande d’emergenza.
A presto.
Tua
Ursa

Sa sa sa

Prova prova

Questo è tutto quello che mi consente la stanchezza. Buonanotte!


Tua, Ivy

venerdì 18 giugno 2010

Fatta ma soddisfatta, oppure ancora so'disfatta

Insomma, avevo da poco finito di studiare, e mi sono buttata a pancia in giù sul letto, con la faccia sprofondata nel materasso, la braccia lungo i fianchi, in poche parole spiaggiata sul letto. Si è avvicinato Ricottino, mi sono girata e ho visto tutta la gamma di espressioni cambiare sul suo faccione, tipo slot machine. Prima mi ha guardato come a dire "mah, mah, ma sei tu???", poi mi ha guardato come a dire "ma possibile essere così idioti???", poi ha virato verso il "mettiti in una posizione da umana perchè così mi fai pena" e infine ha concluso con un "ora basta, alzati di qua e non voglio sentire storie" con tanto di zampa in faccia. Le soddisfazioni della vita.


Tua, poisSon Ivy

Sono ormai 6 mesi che subisco questo sopruso...

.....e devo sfogarmi. Limortacci del mio netbook Asus eee -qualchenumerosuperfigocosìsuperfigochenonmeloricordo, detto anche Pc-cino, c'ha 'sto brutto, ma brutto, difetto di avere 'sto caricabatterie che non fa bene contatto, cosicchè ogni volta che arriva il fatidico momento di doverlo ricaricare (ovvero, se va bene, ogni 3 ore, nono, non va mai così bene, facciamo 2) mi ritrovo a mettere a frutto tutte le nozioni di ingegneria applicata che non possiedo: costruisco strutture di pesi e contrappesi con libri, scotch, penne, tutto perchè il cavetto non si muovi troppo dentro al connettore e la lucina rossa, che mi dice che c'è vita su marte, non si spenga. E poi mi becco pure della depravata se dico in giro che il Jack quando si infila ben bene nell'apposito vano fa andare un pc a luci rosse. Così, ogni 2 ore, mi ritrovo a posizionare plasticamente il pccino su qualche comodino, mentre mi concentro sulla parte cartacea dei miei studi per la successiva mezz'ora, oppure mi ritrovo il pccino sulla panza, struttura compresa (solo un pò più light, ovvero con quintalate di scotch che a partire dal jack seguono passo passo il cavo per non farlo muovere dalla sua precaria posizione), con le sole dita che si muovono sulla tastiera e il resto del corpo sottovuoto, fermo, immobile. Questo quando va bene. Ovvero quando i gatti non salgono sul comodino e/o sulla mia panza.
Ma che ci vuole, dirai tu, portalo all'assistenza, te lo devo ricordare io che se sono passati 6 mesi, ti ricordo che l'hai detto tu stessa, guarda qualche riga più sopra, il pccino è ancora in garanzia? E ti dico che c'avresti anche ragione, se non fosse che ho tutti gli appunti qui, che non riesco a lavorare da nessun'altra parte che qui, che il pensiero di lavorare a un altro computer mi da l'orticaria e quello di privarmi per qualche settimana di sto gran disgraziato di pc mi fa sembrare l'ingegneria applicata un sogno, che si ripete ogni 2 ore.
Questo per dire che, tanto per cambiare, me la suono e me la canto da sola, e pure di prima mattina.
Ora vado, va, tempo stimato 1 ora e 44 secondi!

Un abbraccio da parte mia e di Jack
Tua, Ivy

martedì 15 giugno 2010

Miao, bau e pure growl, cucù e cra-cra

Cara Ivy,
ho riflettuto sulla tua incazzatura col mondo e pure sulla mia vigliaccheria.
Così ho trasferito una volontaria del canile che avevo sul vecchio account di facebook su quello nuovo, decisa a far girare tutti i suoi appelli benché il mio numero di contatti sia troppo misero per fare una differenza. Gli svantaggi di essere "Ursa".
E' il primo passo verso un'apertura, spero, dato che spesso cerco proprio di non vedere per non star male. Soprattutto perché non credo di avere le risorse per aiutare. Eppure la spinta ce l'ho.
Comunque ho ripreso confidenza con la guida, e forse ora avrò anche il coraggio di aiutare nelle cose che sento veramente.
Uh come sono seria, oggi.
Tua,
Ursa

sabato 12 giugno 2010

Ci mancavano i parenti.

Cara Ivy,
Mi son svegliata con questo messaggio dal padre del mal di testa: "Oggi mio figlio non c'è, lo sostituisco io. Vedrà, signora, che sono anche più bravo".
E ora attendo notizie dalla madre dell'aspirina.
Uff.
E pensare che la semiotica la stai studiando tu, mica io.
Ciao bella.
Ursa.
Cara Ursa,

ti scrivo, prima di andare a dormire, per farti partecipe della mia paura attuale. Ho passato 9 ore quasi ininterrotte a studiare e s-ragionare su significati, significanti, livelli plastici, livelli figurativi, funzioni eidetiche, funzioni topologiche, funzioni cromatiche, simboli, segni, icone e chi più ne ha e più ne metta e questo può significare una sola cosa: studierò anche in sogno. Mi capita, cioè, ogni volta che studio troppo, di prolungare il mio studio anche in sogno, anzi, in incubo. Capirai allora perchè non voglio andare a dormire, pur avendo un sonno pazzesco. Che fare? Abbioccarsi o non abbioccarsi, questo è il di-lemma! Potrei provare a mettermi a giocare a Batman Lego fino a crollare esausta, così almeno è possibile che sogni Poison Ivy, cioè moi, invece di Ferdinand De Saussure,e questo già sarebbe un passo avanti. Oppure potrei provare a combattere strenuamente per non addormentarmi e crollare poi definitivamente domani mattina a mare (se tutto va bene, domani primo giorno di mare), certo magari non mentre sono in acqua, sperando che il rumore delle onde sia così suggestivo da indurre un sogno placido e ameno.
Non lo so, non lo so. Ma ti farò sapere.

Tua Poison Ivy

venerdì 11 giugno 2010

Facebook che palle

Cara Poison Ivy,
Creo questo luogo di obliqua espressione in reazione al deserto intellettivo, alla giungla di cazzate, al continuo festival dei luoghi comuni che è Facebook.
Vago nella mia pagina che mi informa in che classifica è arrivato tal dei tali in questo e quel giochino, che tale e talaltra persona sono nell’ennesima fase di autocommiserazione e quindi si sente in dovere di citare Renato Zero, che gli adolescenti ancora non hanno imparato a scrivere il “ch”, e che ci sono i mondiali in arrivo. E insomma, che palle, ma che palle soprattutto perché, come ti dicevo l’altroieri, vai lì e parli da sola. Trist!
In attesa di tuoi pensieri,
Tua
Ursa Minor